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Perché l'Arcivescovo Gristina sta facendo scippare l'ODA ai catanesi?

20-02-2017 05:12

Pierluigi Di Rosa

Perché l'Arcivescovo Gristina sta facendo scippare l'ODA ai catanesi?

L'Opera Diocesana Assistenza è una fondazione e come tale sottoposta al controllo della Prefettura di Catania. A dicembre si è dimesso senza spiegazio

L'Opera Diocesana Assistenza è una fondazione e come tale sottoposta al controllo della Prefettura di Catania. A dicembre si è dimesso senza spiegazioni il presidente mons. Alfio Russo, non ancora sostituito a termini di statuto. E mentre nascono strane cooperative, il CdA viene composto quasi tutto da genovesi mentre a novembre viene nominato tra i revisori un tale Maurizio Montanari, sempre genovese,  già finito agli arresti per una storia di truffe alle banche. Che sta combinando Sua Eccellenza l'Arcivescovo Metropolita Mons. Salvatore Gristina?

 

L'ODA è una delle più importanti realtà operanti nel campo dell'assistenza sanitaria e della formazione operanti nel catanese: centinaia di dipendenti, migliaia di famiglie assistite, decine di milioni di convenzioni pubbliche.

 

Sudpress se ne è occupato più volte, sollecitando anche un doveroso impegno da parte del prefetto di Catania che ne è organo di controllo in base all'art.25 del codice civile, trattandosi di una fondazione costituita con finalità pubbliche e sociali ed in quanto tale beneficiaria di particolari attenzioni.

 

La svolta nelle sue vicende sembrava essersi realizzata con le dimissioni dalla presidenza di mons. Russo, uomo di fiducia dell'arcivescovo Gristina, che lo scorso dicembre ha improvvisamente mollato l'incarico senza alcuna motivazione ufficiale, lasciando la fondazione nelle mani dell'amministratore delegato, quell'Alberto Marsella di cui ci siamo ampiamente occupati.

 

Lo statuto assegna all'Arcivescovo 30 giorni per la sostituzione del presidente dimissionario, ne sono già passati 60 e non se ne hanno più notizie.

 

Adesso il focus si concentra su due aspetti: la modifica dello statuto operata nell'agosto del 2015 e la composizione degli organi della fondazione, che vedono una forte componente di origine genovese. Chissà perché.

 

Di certo un ruolo importante lo sta ricoprendo il discusso cardinale genovese Domenico Calcagno, anch'egli particolarmente noto alle cronache nazionali.

 

Nel CdA registriamo infatti la presenza dei genovesi Alberto Marsella, amministratore delegato, Claudia Pizzo e Romano Calero, mentre è fiorentino l'architetto Marco Bonistalli, e di anch'egli Sudpress si è interessato per il suo coinvolgimento nello scandalo TAV.

 

Di catanesi, dopo le dimissioni di mons. Russo, neanche l'ombra: strano, molto strano.

 

Già basterebbe tutto quanto ampiamente documentato da Sudpress, non ultimo la costituzione di cooperative parallele dall'oscura funzione,  per attivare una doverosa attenzione da parte della prefettura di Catania, visto che la Curia che ne è pienamente responsabile e sta dimostrando di essere totalmente acquiescente.

 

Ma ecco che, lo scorso novembre, spunta un altro personaggio noto alle cronache nazionali.

 

Il CdA coopta nel collego dei Revisori il commercialista, manco a dirlo genovese, Maurizio Montanari che, nel 2011, finisce agli arresti domiciliari per una brutta storia di truffe alle banche con contorno di usura ed altre amenità.

 

La domanda è quindi indiscutibilmente di pubblica rilevanza e la poniamo anche al nuovo prefetto di Catania Silvana Riccio appena insediata: "Che sta combinando l'Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Gristina con l'importantissima fondazione catanese ODA?"

 

Visura ODA Dic 2016

 

Modifiche statuto ODA

 

La Repubblica parla del revisore ODA Maurizio Montanari

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